Appuntamenti

Arte in quarantena

Elisa Azzena, “Ci chiudiamo nel nostro io”

L’alba della rinascita di Francesca Tarantino, i sogni in frantumi di colori di Ambra Tesori, il gondoliere a riposo di Francesca Scandola, l’applauso tricolore di Cristoforo Russo.

La Galleria Arte in Regola di Roma propone su Instagram la virtual art exhibitioncurata da Luigi Rosa – “Io guardo da casa”, con una serie di artisti che espongono virtualmente le opere realizzate nei giorni di quarantena (65 tra quadri, fotografie e sculture ma il numero è destinato a crescere). Emozioni, dettate dalla situazione di distanziamento sociale, che diventano arte. 

Tra i temi trattati quello del tempo sospeso. Mario Spagnoli dipinge due occhi-sfere sospesi e fluttuanti, accompagnati dai versi della poetessa Veruska Vertuani (“lungo questo filo/ teso dal mio sguardo al tuo/ ci corre il pensiero/ che seppur lontani / non perderemo l’ingranaggio del corpo / nel farci cuore / e il tempo intarsieremo /nella forma di un battito”). C’è la bambina con la testa separata dal corpo e fluttuante di Claudia Sferrazza. Emblematico e suggestivo l’acrilico su tavola di Angiolina Marchese sull’uomo-orologio a rappresentare il tempo fermo, con molti elementi simbolici sul corpo (le croci delle perdite, i virus, gli abbracci). E poi il desiderio di esprimere i sentimenti, di stringersi: sempre Angiolina Marchese presenta un secondo acrilico su tela intitolato significativamente “Torneremo ad abbracciarci”; Ciro de Riso scolpisce la scultura del grande abbraccio che è fusione di anime; Fernando D’Ospina dipinge due persone strette davanti all’imprevedibile. E ancora il tema dell’isolamento, ben interpretato dalla pittrice Elisa Azzena che raffigura un uomo rannicchiato su una palizzata che separa dalla natura viva; una persona chiusa in sé ritrae Aldo Palma. Altro argomento affrontato è quello del viaggio della vita, di cui è emblematica la foto artistica della valigia da cui sboccia il fiore di Monika Kosior.

“La quarantena – afferma Luigi Rosa – ha fatto sentire la nostalgia del contatto e la mostra ha proprio questo obiettivo riunire voci, mani, menti e corpi nella distanza perché non ci fermiamo neanche da casa e l’arte mette le ali. Mai come oggi possiamo sperimentare che i rapporti veri sono unioni di anime e non vanità di foto fatte per strappare un like. Nell’epoca della comunicazione massiva, l’arte torna ad assumere un ruolo centrale tra le componenti della società. Può aiutarci a disegnare un mondo nuovo da questa esplosione di certezze, per superare la crisi e rinnovarci come essere umani”.

Ed un messaggio di speranza viene dall’opera simbolica di Luana Celli, “Un gancio in mezzo al cielo” (che, evidentemente si richiama alla canzone cult di Claudio Baglioni “Strada facendo”): tra le nebbie che offuscano la vista, uno spazio di luce e di colore, fermamente agganciato.

G. M.