Spazio Diamante: “Al posto sbagliato” è un pugno nello stomaco che scuote le coscienze
“Al posto sbagliato“, al Teatro Spazio Diamante fino al 23 marzo 2025. Già il titolo è un’eloquente promessa, un presagio di ciò che lo spettatore si troverà ad affrontare. E lo spettacolo, in scena allo Spazio Diamante mantiene la promessa, anzi, la supera.
Tratto dal libro di Bruno Palermo, con l’adattamento drammaturgico,la regia e l’interpretazione di Francesco Pupa, “Al posto sbagliato” è uno spettacolo scarno, essenziale, ma di un’efficacia devastante.
Non ci sono orpelli, non ci sono distrazioni. Solo la potenza delle storie, la crudezza dei fatti, la verità che sgorga dalle parole degli interpreti.
Si apre il sipario e ci si trova di fronte a una sigaretta accesa, un uomo di spalle, una nube di fumo. Un libro che si apre, e inizia un racconto che ha la forza di una fiaba nera: “C’erano una volta tre fratelli…“. Ma la leggenda si trasforma presto in un incubo, in una realtà fatta di falsi miti e giuramenti d’onore traditi. Perché la mafia, che pure si è sempre proclamata rispettosa di donne e bambini, li ha sempre uccisi.
Lo spettacolo ci conduce in un viaggio attraverso il tempo, dagli albori delle mafie ai giorni nostri, raccontando le storie di bambini a cui sono stati rubati i sogni, di bambini che, loro malgrado, hanno segnato la storia dell’Italia. Un viaggio doloroso, ma necessario.
“Andate a vederlo”, è l’invito che ci sentiamo di rivolgere a tutti. Perché sarà capitato a ognuno di noi, di sentire quella frase oscena, quanto idiota, che “la mafia non tocca i bambini”. “Al posto sbagliato” ci ricorda che non è così. La mafia li massacra, senza lasciare il ricordo del martirio, tanto che il loro grido, per farsi spazio, va trovato nelle pagine di chi, faticosamente, li ricorda.
Questo spettacolo è un atto di memoria, un modo per dare voce a chi non ce l’ha più. È un pugno nello stomaco, certo, ma è un pugno che scuote le coscienze, che ci costringe a guardare in faccia la realtà.
Concedetevi il tempo di immergervi in questa tragedia, anche se siete empatici, cardiopatici, neogenitori o persone dall’animo fragile. Sarà di ognuno di noi la scelta, ogni giorno, di togliere un pezzettino alle mafie per quello che possiamo, anche solo conoscendo. E “Al posto sbagliato” è un’occasione preziosa per conoscere, per capire, per non dimenticare.
L’interpretazione di Francesco Pupa è magistrale, nel dosare i silenzi, le pause, i ritmi. La scenografia, fatta di cubi in continua trasformazione, è essenziale ma evocativa. Le musiche e i suoni sottolineano l’azione drammatica senza mai sovrastarla.
Pupa racconta le storie di vari personaggi: il cliente di un negozio, il padre di una vittima, un prete, dei pentiti, un aedo, la lettera di un bambino, un magistrato. Ognuno di loro è un tassello di un mosaico complesso e doloroso.
“Al posto sbagliato” è uno spettacolo che non lascia indifferenti. È uno spettacolo che fa male, ma che fa bene. È uno spettacolo che ci ricorda che la mafia è un fatto umano, e come tale ha avuto un inizio e avrà anche una fine. Ma per arrivare a quella fine, è necessario conoscere, ricordare, combattere. E questo spettacolo è un’arma potente in questa battaglia.
Fa.Pa.