“Il Catalogo” al Teatro Quirino: un uomo e una donna nel caos dei sentimenti
La recensione della prima. C’era molto interesse per la prima del 20 marzo 2012 al Teatro Quirino de “Il Catalogo” (Aide Memoire) di Jean Claude Carrière, commedia tradotta da Valerio Binasco che ne firma anche la regia e che vede come protagonisti Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari.
La commedia è stata accolta con entusiasmo da un pubblico davvero da grandi occasioni. Teatro gremito, con molti nomi di richiamo.
Il testo è noto (noi ricordiamo in particolare un’edizione a metà degli anni Novanta con Renzo Montagnani e Micol Pambieri e la regia di Giampiero Solari, ndr) e sarà in scena al Quirino fino all’1 aprile.
La rappresentazione non ha intervalli (ci sono solo momenti di buio e musica a segnare il passaggio da una scena all’altra) ma sostanzialmente si divide in due parti. La prima dai toni giocosi, la seconda in cui si avverte un senso di angoscia esistenziale.
I due protagonisti, Fantastichini e Ferrari, sono eccezionali. Da soli in palcoscenico, emozionano nel racconto dell’incontro tra un uomo che ha la virtù dell’ordine e della puntualità (ma è sentimentalmente disordinato) ed una donna fondamentalmente disordinata, che non ha punti di riferimento (ma ambisce alla stabilità).
I due opposti si incontrano nella casa di lui che è in fondo un porto dove approdare, dove rifugiarsi per far fronte alle tempeste della vita.
Lei, piombata nella casa e nella esistenza di lui, è una certezza, una sicurezza. E’ l’ordine sentimentale che lui, inconsapevolmente, ha sempre cercato, dietro ogni avventura diligentemente catalogata.
La vita – comprende l’uomo – non è una collezione di trofei, di notti d’amore di cui non ci si ricorda più al mattino. Già ma qual è l’alternativa?
L’abitazione di lui che gradualmente diventa preda del caos (specchio del caos interiore) vede nascere un rapporto che il protagonista alla fine vorrebbe assorbente, fagocitante, totalizzante.
C’è una valigia vicino la porta: si è pronti a partire? Volutamente si è lasciato l’ interrogativo.
Claudio Costantino