Teatro

Quando gli innamorati si giurano eterno (dis)amore


La recensione. Vedendo lo spettacolo vengono in mente i fidanzatini di Peynet. I due protagonisti di “C’eravamo troppo amati” al Teatro De’ Servi fino al 21 aprile 2013, interpretati da Michele La Ginestra e Michela Andreozzi, sono la delicata coppia del XXI secolo.

Amarsi oggi: i personaggi di Peynet, probabilmente, si comporterebbero come la coppia in palcoscenico che girano per casa dividendosi gli oggetti, separando affetti ed effetti.

Il titolo dello spettacolo – scritto da Pierre Palmade e Muriel Robin e, in questa edizione, diretto da Roberto Marafante – fa il verso a quello della nota pellicola di Ettore Scola del 1974; ed è in quel “troppo” (che non è il “tanto”) la sua chiave di lettura. Il termine “troppo”, a nostro avviso, ha una connotazione negativa, significa insostenibile, esagerato. Porta, per l’appunto, al disfacimento.

Quando la coppia scoppia, che resta? Non sempre è facile “separarsi davvero”, cioè recidere di netto il cordone ombelicale di coppia. Possono restare così, affetto,complicità, gelosia per i nuovi compagni, bugie per i genitori anziani e inconsapevoli delle novità. Può capitare anche – perché no? – il riaccendersi della passione.

In maniera ironica e divertente, e con tanta leggerezza e soavità, questa commedia racconta l’amore-non amore, il sentimento che è molla della vita. Fa comprendere che è difficile chiudere un rapporto di coppia con meri calcoli ragionieristici: la macchina a te, lo stereo a me, ecc.

La Ginestra e Andreozzi cantano e ballano la canzoncina-filastrocca che ha cucito un rapporto di coppia, con quella tenerezza peynetiana che ci ha subito colpito. Molti spettatori finiscono per ritrovarsi nei personaggi da loro interpretati che, come quelli di Peynet, si sono giurati eterno amore e si trovano poi a dividere pentole e ricordi.

Brunella Brienza