Teatro

Marco Morandi al teatro Golden: come è difficile essere figli d’arte


La recensione. Uno spettacolo intimo per raccontarsi al pubblico giunto a quaranta anni, ripercorrendo le tappe della propria carriera musicale, il rapporto con il padre illustre, il passaggio dall’essere figlio a essere padre. Protagonista della pièce-concerto “Nel nome del padre” è Marco Morandi, il padre è appunto il cantante Gianni, presente costantemente nell’aere del teatro come voce con cui Marco dialoga, battibecca e duetta. I testi dello spettacolo li ha scritti assieme ad Augusto e Toni Fornari (che firma anche la regia).

Lo spettacolo, proposto al Teatro Golden in una affollata replica speciale lunedì 15 aprile, segue una via costellata di brani musicali. La musica è infatti da sempre compagna di vita di Marco Morandi: quella strimpellata fin da bambino, quella appresa da ragazzo con lo studio, quella ascoltata dal padre e da lui fatta amare.

Morandi jr racconta così la sua esperienza come cantante del gruppo Percentonetto, la sua partecipazione al Festival di Sanremo nell’anno 2002 con il brano “Che ne so”, l’incisione dell’album Io nuoto a farfalla che – spiega – prende il titolo dalla canzone inedita di Rino Gaetano “Nuoto a farfalla”. Si rivela eclettico, passa dalla chitarra al violino, dalla recitazione (per inciso dal 23 aprile sarà in scena al teatro dei Servi con “Non c’è due senza te”, sempre con la regia di Toni Fornari)

Immancabile l’omaggio proprio a Rino Gaetano facendo parte anche della Rino Gaetano band (nata da un’idea della sorella di Rino, Anna Gaetano, con il supporto del figlio Alessandro, presenti entrambi al Teatro Golden). Con un frac attillato e con il cappello a cilindro originale che Rino Gaetano indossò al Festival di Sanremo del 1978, Marco ha eseguito il brano “Gianna”. E ancora, nel bis finale delizia il pubblico con i brani “A mano a mano” e “Ma il cielo è sempre più blu”.

E ancora, oltre Rino Gaetano, Marco Morandi ha anche omaggiato Lucio Dalla, amico fraterno del padre e il teatro canzone di Giorgio Gaber, conosciuto sempre tramite il proprio padre.

Una sottolineatura merita l’esecuzione di un’ampia selezione di canzoni del repertorio del padre in soli cinque minuti di orologio, un godibile divertissement musicale. Così come è particolarmente divertente e frizzante la nuova versione di “Me lo prendi papà” in “Lo prendi a papà”, proposta in duetto, a parti invertite, con Gianni Morandi. L’eterno ragazzo viene proiettato in video in versione invecchiata (versione ottenuta solo con ore di trucco, evidenzia il figlio).

Lo spettacolo è stata anche l’occasione per presentare alcuni brani tratti dal nuovo cd di Marco “Non basta essere te”, ed in primo luogo l’accattivante canzone “Devi essere super”, sui tempi moderni che costringono ad essere aggressivi e duri.

Monica Menna