Teatro

Teatro De’ Servi: tragicomiche vite da aringhe


La recensione. Un grande acquario. Delfini che nuotano placidamente. Un’immagine di tranquillità (proiettata in 3D sul fondale scenico) che è in totale contrasto con la scenografia che invece propone un ambiente immerso nel caos. Questo è il contesto, ideato dallo scenografo Mauro Paradiso, in cui è rappresentata la commedia “Come tre aringhe”, al Teatro de’ Servi sino al 16 febbraio. Si tratta della nuova e divertente pièce scritta da Marco Falaguasta insieme a Mauro Graiani.

Sul palcoscenico si esibisce il trio vincente Marco Falaguasta, Marco Fiorini, Pietro Scornavacchi. I tre attori, che recitano insieme da anni, mostrano sempre un’affiatata complicità sul palco mentre si esibiscono. Rappresentano tre guardie notturne proprio del delfinario. Sono addetti alla tutela e sopravvivenza di un rarissimo delfino albino, unico esemplare esistente.

Scopriamo che il delfino bianco è in realtà metafora di una vita eccezionale, straordinaria, perché fuori dall’ordinario, che nessuno dei tre uomini conduce. Questi sono invece come tre piccole aringhe, persone comuni, attanagliate nelle loro vite monotone e insoddisfatte. Falaguasta così approfondisce, tra uno scherzo e una battuta, temi esistenziali.

Si riflette sulla vita di coppia (dal matrimonio al tradimento), sul rapporto conflittuale padre-figlio. Si guarda la vita da prospettive diverse che vengono rese benissimo dal trio di attori: in maniera cinica, con gli occhi di Mariano (interpretato da Falaguasta), in maniera felice, attraverso Giorgio (reso da Fiorini), e infine in maniera disincantata con Nico (impersonato da Scornavacchi).

Come consuetudine nelle commedie di Falaguasta sono immancabili le risate che arrivano al momento opportuno, alleggerendo situazioni e malinconia che alcuni argomenti affrontati recano.

Da sottolineare che “Come tre aringhe” andrà successivamente in scena a Milano, al Teatro Martinitt, dal 20 febbraio al 9 marzo 2014.

Monica Menna