Musica

Le emozioni dei Pink Floyd. Echi attuali di un tempo lontano

La recensione. “Echoes in time” è l’eccezionale tributo ai Pink Floyd che si è svolto a Roma il 13 febbraio allo storico Teatro Brancaccio con oltre 1300 posti – in un’indimenticabile serata sold out dei SoundEclipse.

“Echi del tempo” è il passato che ritorna, forte, potente, carismatico. Il live ha visto sul palco la straordinaria band romana “SoundEclipse” ma non solo. Ben cinquanta elementi hanno animato il concerto tra componenti della band, musicisti ospiti, orchestra d’archi (“The Pink Strings Orchestra”, di 14 elementi, diretta dal maestro Michele Tisei), coriste, il coro di 30 bambini dell’Istituto comprensivo Alessandro Magno di Roma.

In evidenza la voce del possente Stefano Cacace, la chitarra solista di Marco Zanni, il sax di Massimiliano Cocciolo. Davvero uno spettacolo memorabile, quello proposto, con l’eco di un tempo lontano che ancora appassiona e riempie i teatri.

Nel corso della serata sono stati proposti i grandi successi dei Pink Floyd, come ‘Wish you where here’, ‘Comfortably numb’, ‘Hey you’, ‘Mother’, ‘Shine on you crazy diamond’, ‘Time’, ‘Money’.

Non solo musica. Hanno coinvolto il pubblico gli effetti speciali, i giochi di luce, i laser show, le proiezioni, l’aereoplanino che abbatte il muro. Non è mancata, nell’esecuzione di “Nobody home”, la ricostruzione del salotto del personaggio Pink di “The wall” con l’abat jour acceso, la tv e la radio degli anni ‘50.

Si è quindi arrivati al momento clou. L’allegra brigata di bambini dell’istituto comprensivo Alessandro Magno, con maglietta pinkfloydiana, ha attraversato la platea. Il flusso vociante assorbiva l’attenzione degli spettatori, mentre i giovani percorrevano la sala e salivano sul palco. Tutto era pronto per l’esecuzione (e l’interpretazione) di “Another brick in the wall” per band, orchestra e coro di voci bianche. I giovani coristi hanno rappresentato la protesta dei giovani contro la rigida educazione scolastica dei collage, il forte contrasto con il teacher. E’ uno dei brani più belli del concept “The Wall” dei Pink Floyd ed uno dei momenti più coinvolgenti di una serata avvincente.

“The wall” fu un album lungimirante e profetico dei Pink Floyd. Nel 1979, dieci anni prima dell’abbattimento del Muro di Berlino, la band inglese la caduta del muro lo aveva già immaginato, sognato, realizzato. E crolla di nuovo, nello storico teatro romano, in un vortice di emozioni.

M. M.