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Teatro Diana: un silenzio grande che avvolge la vita. Standing ovation per l’opera di Gassmann

La recensione.

Il silenzio grande” è un vero capolavoro dei nostri giorni. Opera inedita del noto scrittore Maurizio De Giovanni, ha debuttato in anteprima al Napoli Teatro Festival la scorsa estate. Dopo lo straordinario successo registrato al Teatro Quirino di Roma (con ottomila presenze) torna nella sua casa napoletana; il Teatro Diana che ne cura anche la produzione. Un grande successo alla prima del 30 ottobre, contraddistinto da standing ovation finale.

La pièce sarà allestita al Diana sino al 10 novembre e, in previsione di un sicuro sold out, è stata già aggiunta un’ultima replica straordinaria domenicale alle ore 21.

La commedia si sviluppa tra sorrisi, lacrime, soprese, in maniera estremamente delicata. Una pièce di stampo eduardiano che mette a nudo la vita dei suoi personaggi, palesandone i punti più fragili attraverso le parole, alle volte urlate con rabbia, alle volte sussurrate con sensibilità. Quella che si vede rappresentata è la vita di una famiglia, in tutte le proprie debolezze e mancanze. Ne fa da sfondo la casa, proprietà trentennale che custodisce, tra le proprie pareti, i segreti di coloro che la abitano.

Gli occhi dello spettatore sono puntati sullo studio, ricco di libri, del pater familias, interpretato da un maestoso Massimiliano Gallo. Quest’ultimo è Valerio Primic, scrittore che dopo aver conosciuto i fasti della sua attività, si ritrova con tanti problemi da dover affrontare. Scopriamo verità inaspettate, conoscendo a poco a poco i componenti che abitano la casa; dalla moglie interpretata da una brava Stefania Rocca, ai figli Massimiliano e Adele, resi rispettivamente da Jacopo Sorbini e Paola Senatore, che riescono a donare ai propri personaggi un’intensa emotività.

Ad affiancare spesso sul palco Gallo c’è una straordinaria Monica Nappo, nel ruolo della domestica di grande cuore Bettina, la vera conoscitrice di ciò che accade tra le mura domestiche.

Quella che si vede delineare è la vita, tra gioie e dolori, attraverso lo scorrere impietoso del tempo. La regia è curata da Alessandro Gassmann che riesce sempre a imprimere il proprio stampo ben riconoscibile alle opere che dirige. Sicuramente torneranno alla memoria tre grandi spettacoli da lui diretti nell’ultimo decennio: “La parola ai giurati”, “Roman e il suo cucciolo”, “Oscura immensità” che possedevano la stessa struttura cinematografica. Un velo di tulle diventa una quarta parete su cui proiettare immagini tridimensionali che conferiscono sorprendenti effetti, diventando parte integrante del racconto.

Monica Menna