Teatro

I Promessi Sposi alla conquista della Sicilia dopo i successi a Roma e Napoli

La recensione della rappresentazione al Gran Teatro di Roma.

Prosegue il trionfale tour de “I Promessi Sposi –Opera Moderna” che ha riscosso grande attenzione e successo di pubblico a Roma e Napoli. Dal 7 dicembre fino alla fine del mese ha in programma tre tappe siciliane, a Palermo, Catania e Agrigento. Il kolossal sarà in tournèe fino alla fine di marzo 2012.

I cantanti protagonisti sono conosciuti e talentuosi… tutti vocalist che hanno partecipato in precedenza ad importati musical, a cominciare da Giò Di Tonno (nei panni di Don Rodrigo), a Rosalia Misseri (Monaca di Monza), Christian Gravina (Fra’ Cristoforo e Cardinale Borromeo), Cristian Mini (Il Conte Attilio e l’Azzeccagarbugli), Vittorio Matteucci (L’Innominato). Renzo è interpretato dall’affascinante Graziano Galatone, e Lucia è la splendida Noemi Smorra. Il testo e la regia sono di Michele Guardì.

Le immagini che si proiettano sul velo di tulle servono a localizzare nuovi habitat, come Milano attraverso l’immagine del Duomo e i monti che circondano il lago di Como sulle note di uno struggente “addio ai monti” interpretato da Lucia.

C’è grande movimento sul palco, gli elementi scenografici si spostano di continuo e così i personaggi che marciano su baldacchini, tavoli, carrelli su ruota e trainati dagli stessi ballerini. Ed è particolarmente significativo vedere i protagonisti che si propongono immobili, venir movimentati e spostati, nel gioco dello “statico dinamismo”.

Le musiche sono di Pippo Flora. Le sue canzoni appassionate, melodiche e classicheggianti sono l’ossatura di questo spettacolo che è interamente cantato.

A tratti le canzoni di Flora ricordano alcune hit di Gianni Morandi (come i brani “Ecco Milano” per la scena corale della città sconvolta dai tumulti di piazza per il pane e dal contagio della peste e “Finisce qui” sul matrimonio bloccato dei promessi sposi); altri brani si muovono in atmosfere alla Riccardo Cocciante e del suo “Notre Dame de Paris”. Ma, al di là delle citazioni, emerge il grosso sforzo creativo, organizzativo, scenico di questo spettacolo. Il musical è davvero una produzione importante e imponente che colpisce e affascina il pubblico per la sua coralità, intensità e maestosità.

Carla Pillitu