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Quarant’anni fa “Banana Republic”

Quarant’anni fa il tour della svolta, “Banana Republic” di Lucio Dalla e Francesco De Gregori.  È il 1979 ed è la stagione dell’autonomia, della pretesa dei concerti gratis, delle cariche della polizia ai concerti, delle radio libere. I big della musica internazionale – dopo la guerriglia tra autoriduttori e poliziotti che trasformano i luoghi dei concerti in campi di battaglia (capita a Rolling Stones, Led Zeppelin, Carlos Santana) – decidono di disertare il nostro Paese. Troppo rischioso e distruttivo. La violenza non lascia indenne i musicisti italiani. In quella stagione convulsa e caotica ci sarà pure il processo pubblico a De Gregori preso in ostaggio dagli autonomi. Stessa cosa capiterà anche al produttore David Zard.

Ma il 1979 si apre con la novità del tour di Fabrizio De André e PFM, forse si avverte che la stagione dei veleni sta per cessare; ma sta terminando anche la stagione del rock progressive,  con l’avanzare dei cantautori e del punk. In quel clima di incertezza e caos si pensa coraggiosamente a questa grande produzione italica con  due grandi cantautori che si uniscono. Un azzardo perché ci sono ancora gli autoriduttori che tirano le molotov sul palco. Tutto cambierà per la musica pop nazionale il 16 giugno 1979 a Savona, con l’avvio del tour negli stadi di Dalla e De Gregori. A raccontare quella grande avventura è ora Ferdinando Molteni con il volume “Banana Republic 1979” (Vololibero aprile 2019).

È interessante che il patron della casa editrice che ha pubblicato il libro, sia Claudio Fucci, cantautore dei circuiti alternativi dell’epoca. L’editore/cantautore ha pubblicato molteplici libri per raccontare una stagione contraddittoria, ma vivacissima. Pensiamo al testo di Matteo Guarnaccia sul Festival del Parco Lambro, che prima fu un grande evento di rivoluzione culturale e sociale, di controcultura, poi (con la sua terza edizione del 1976) specchio della decadenza.

Il  libro di Molteni  racconta la genesi e i retroscena dello storico tour, attraverso i documenti dell’epoca e le parole dei protagonisti. Che non furono soltanto Dalla e De Gregori, ma anche Ron  che cantava due canzoni (“I ragazzi italiani” e “Come va”). «A volte era fischiato dal pubblico che mal supportava quel giovane cantante riemerso dalle nebbie di un passato forse troppo leggero e festivaliero». Fischi e lattine, ma era, a tutti gli effetti, il direttore musicale del progetto. Con il tour rilanciò la sua  carriera musicale, e così fecero quelli che, qualche anno dopo, diventeranno gli Stadio.

Nelle pagine del libro scorrono storie nascoste, curiosità, canzoni, liti e amicizie; le miserie e la grandezza di un tour che fu visto da seicentomila persone, di un disco che scalò le classifiche e di un film che arrivò nelle sale cinematografiche per consolare chi, quei concerti, non li aveva visti. Da segnalare l’inserto a colori nel libro, che raccoglie le foto della prima data realizzate da Roberto Villa.  

Monica Menna