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Nino D’Angelo, al Brancaccio, racconta la Napoli melodica

La recensione della prima.

C’era una volta un jeans e una maglietta” è il nuovo show che Nino D’Angelo, porta al Teatro Brancaccio dal 13 al 16 dicembre. D’Angelo ha costruito uno spettacolo teatral-musicale molto accurato che racconta il suo percorso artistico ma anche, in generale, l’evoluzione della canzone melodica e neomelodica all’ombra del Vesuvio.

Lo scugnizzo con il caschetto biondo degli anni ’70 è diventato lo chansonnier della canzone napoletana di oggi. Le radici popolari sono nella canzone alla Sergio Bruni, nella sceneggiata di “Isso, Essa e ‘o Malamente” di Mario Merola. Ma già all’epoca si avvertiva la voglia di rinnovare la melodia vernacolare, unendola a ritmi beat o pop.

Nello spettacolo, sui veli di tutte vengono proiettate le immagini della Galleria Umberto I di Napoli, luogo d’incontro negli anni Settanta tra cantanti ed impresari.

“Siamo tutti cantanti” canta Nino D’Angelo ed il gruppo di vocalist che lo affiancano. Si ripercorre la storia: dalla canzone di camorra e guapparia, dalla sceneggiata alle feste di matrimonio; queste le radici della canzone neomelodica che tanto successo ebbe (ed ha ancora) a Napoli.

Colpisce vedere in sala, al concerto di Nino D’Angelo, molte fans giovanissime. Segno che l’artista riesce ancora oggi a interessare i più giovani. Merito anche dell’evoluzione artistica, di un sound che si è aggiornato. Da “nu jeans e ‘na maglietta” a “Senza giacca e cravatta”, passando per i “musicarelli” alla napoletana (le pellicole cinematografiche costruite sulle canzoni di successo, un po’ come facevano Gianni Morandi, Little Tony, Al Bano ed altri negli anni Sessanta-Settanta).

Nino D’Angelo, tra battute, ricordi e l’omaggio al padre, alterna l’esecuzione di canzoni di ieri e di oggi (del suo ultimo cd “Tra terra e stelle”).

Sul palco la sua band, spesso arricchita da un’orchestra d’archi “virtuale” (proiettata con un bell’effetto e con un efficace mix di suoni live e registrati).

A coadiuvarlo nel racconto e nelle presentazioni due Nino D’Angelo “virtuali”, uno con il caschetto, l’altro con il look attuale che si incontrano (e scontrano).

Tra terra e stelle: il titolo del disco esprime efficacemente il nuovo Nino D’Angelo, contemplativo e concreto. Con canzoni che fanno centro e lasciano il segno, come “Italia bella”.

Monica Menna