Teatro

Teatro Olimpico: Vincenzo Salemme, diavolo di successo

La recensione della prima.Con Vincenzo Salemme in scena è assicurato il divertimento, la comicità mai scontata, un finale sorprendente e un momento per riflettere.

Il Diavolo custode, nuovissima commedia scritta, diretta e interpretata dall’attore napoletano, ha debuttato il 18 dicembre con enorme successo al Teatro Olimpico di Roma, stracolmo di spettatori che hanno affollato platea e galleria.Si replica fino al 27 gennaio 2013.

Si tratta di un atto unico, di quasi due ore, in cui si racconta di Gustavo, uomo umile, onesto, alle prese con la famiglia, i problemi di tutti i giorni, un lavoro che non decolla. Gustavo è interpretato da Domenico Aria, volto noto nel teatro di Salemme (ha recitato al suo fianco in tutte le sue ultime commedie da “L’Astice al veleno” a “Bello di papà” e ancora, andando a ritroso negli anni, anche ne “La gente vuole ridere”, “Cose da pazzi”, “Sogni e bisogni”, “L’amico del cuore”) è bravissimo a rendere l’idea della scontentezza che pervade il personaggio; tra l’altro gli occhiali da vista e il maglioncino a rombi contribuiscono ad accrescere il grigiore del suo Gustavo.

Un giorno piomba nella vita di Gustavo un uomo particolare, accompagnato da una specie di folletto di rosso vestito che parla solo in stretto calabrese (interpretato da uno spiritoso Nicola Acunzo), che afferma di essere il diavolo custode (Vincenzo Salemme). Il diavolo tenta Gustavo invitandolo a ribellarsi alla vita così monotona, a reagire nei confronti della moglie (Floriana De Martino), figlia (Raffaella Nocerino), fratello (Giovanni Ribò) e dipendente (Antonio Guerriero). Estremamente dinamica la scenografia moderna, creata da Alessandro Chiti, sempre in movimento che crea diversi ambienti (da casa di Augusto – salotto, cucina – al luogo di lavoro, il Bar Vespasiano).

Il ruolo del diavolo custode permette a Salemme di rompere la quarta parete, di dialogare direttamente con il pubblico scendendo in platea, di giocare con alcuni spettatori dando loro la possibilità di entrare nella sua commedia. La sua innata capacità di improvvisazione rende ancora più spassoso lo spettacolo.

“Il diavolo custode” è anche l’occasione per Salemme di riproporre personaggi ormai celebri al suo pubblico (come il postino con tic e problemi). Inoltre Salemme trova il modo di ritagliarsi un grande spazio per proporre un monologo veritiero sul confronto tra universo maschile e universo femminile, sul tempo (con il grande orologio proiettato sulla parete di fondo) che passa e non viene sfruttato come dovuto dagli uomini.

Monica Menna