Teatro

Divina Commedia Musical: il fascino della dissacrazione


La recensione.“Non sono un’anima ma sono un uomo come voi, camminerò finché sarà luce oltre la notte, finché vita c’è”. L’overture del musical “Divina Commedia”, in scena al Teatro Roma per un lungo weekend, appiana qualsiasi differenza tra protagonista e spettatore: Dante non è morto, ma vive in un’altra dimensione e noi siamo uguali a lui, uomini mortali e peccatori che si affacciano su questa terra finché ci viene permesso, liberi di scegliere tra bene e male.

Il regista e autore del musical, Antonio Spaziano, è riuscito nell’ambiziosa impresa di riassumere sul palco l’opera più celebre della letteratura italiana e più letta nel mondo, un poema così imponente, personalizzandolo al tempo stesso. «Può essere considerata una personalissima dissacrazione del Sommo poema» afferma il regista mostrandosi rispettosissimo nei confronti di quest’opera che non permette imitazioni.

L’allegorica scrittura dantesca è stata infatti riadattata in chiave moderna, mantenendo comunque intatta la sua essenza senza subire un’eccessiva deformazione. L’elaborazione musicale è curata sapientemente proponendo note sinfoniche, etniche e pop-elettroniche in una fusione davvero unica.

Rimarca con forza l’angoscia dell’inferno con brani ritmati come Figli di Satana e Malebolge, e la soavità mistica del paradiso con le liriche Preghiera alla Luna e Credi nell’amore.

Con l’ausilio delle sole luci e di una scenografia semplice ma funzionale, Spaziano è riuscito a ricreare al meglio l’atmosfera divina di tutte le tre cantiche.

Sul palco si contorcono le anime dei dannati, ben rappresentate dal corpo di ballo – diretto da Antonella Perazzo che ha optato per delle coreografie stile contemporary fusion – che accompagna i bravissimi interpreti: Marco Pasquetti, Serena Troiani, Marco Gandolfi Vannini, Andrea Meli, Eugenio Picchiani, Pamela Scarponi, Vita Rosa Pugliese, Claudio Crisafulli.

Il significato di questo capolavoro complesso, fondamento della lingua italiana, è senz’altro noto, ma vale sicuramente la pena ammirare questa trasposizione teatrale così originale, per dare forma concreta alle immagini infernali e celestiali che scaturiscono dalla sua lettura.

Sottolineiamo che lo spettacolo replicherà al Teatro Palarte di Fabrica di Roma (VT) dal 14 al 16 dicembre, un’occasione da non perdere.

Carla Pillitu