Teatro

Ritorno al futuro di Giobbe Covatta


La recensione. “6 gradi”, lo spettacolo in scena al Teatro Sala Umberto sino al 17 marzo, è un’odissea nello spazio e nella terra, un viaggio nel futuro che ha come meta il 2112.

Un esilarante Giobbe Covatta ne è il protagonista (oltre che regista e autore insieme a Paola Catella) accompagnando lo spettatore per due ore di seguito in una futuristica avventura. Sul palcoscenico c’è anche la valletta sui generis Priscilla, interpretata da Ugo Gangheri. Durante lo spettacolo anche il pubblico viene coinvolto in prima persona con alcuni spettatori chiamare a dare il proprio contributo fisico e energico a colpi di pedalate per colmare la futura carenza di energia elettrica.

“6 gradi” segue le pieces “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo) costituendo un filone di commedie numeriche che sapientemente uniscono il divertimento alla riflessione; con Covatta che non dimentica di essere attivamente impegnato nel sociale (tra l’altro è testimonial di AMREF e Save the Children).

Covatta veste i panni (o meglio il cappotto) del profeta-professore che espone agli astanti i problemi verso cui andrà incontro il pianeta Terra. Fa divulgazione scientifica ma i toni dello spettacolo restano comunque comici, ironici e sarcastici. Il monologo di Covatta è una vera e propria raffica incalzante di battute spassose, ironiche, alle volte pungenti che parlando di futuro riflettono pure sul nostro presente. Il comico non risparmia nessun politico odierno e nessun santo in Paradiso con le sue invettive satiriche.

I principali problemi a cui la Terra va incontro sono legati al surriscaldamento globale (immaginandolo di sei gradi appunto), allo scioglimento dei ghiacciai, all’innalzamento del livello del mare. È soprattutto il comportamento degli uomini però – ricorda il comico – a mettere in crisi l’equilibrio del pianeta già così precario.

E così la Terra diventa una bomba pronta a implodere da un momento all’altro.

Mo.Me.