Teatro

L’elogio di Alessandro Preziosi a Cyrano, martire del libero pensiero


La recensione della prima. Un recital suggestivo che è un viaggio avventuroso nel mondo della letteratura. Un viaggio fantascientifico che conduce sino alla luna. Si tratta di “Cyrano sulla luna ovvero l’altro mondo o gli stati e gli imperi della luna di Cyrano de Bergerac”. Il protagonista assoluto è Alessandro Preziosi (ne cura anche la regia) che si esibisce al Teatro Vascello di Roma sino al 27 marzo.

Molti ricorderanno lo spettacolo “Cyrano de Bergerac”, commedia scritta da Edmond Rostand, che lo stesso Preziosi ha interpretato nella scorsa stagione teatrale. Pochi forse sapranno che quel testo prendeva spunto dalla figura del letterato Hercule Savinien de Cyrano de Bergerac, realmente esistito nel Seicento.

Si tratta di una figura estrosa; era stato filosofo, scrittore, drammaturgo e anche soldato. Intellettuale dotto e colto, che aveva letto le opere di Campanella, Moro, Galileo, Copernico, Cervantes, Shakespeare. Tra i suoi testi “L’altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna” è da considerare il suo capolavoro. Un testo innovativo per l’epoca e fantastico in cui si racconta il suo viaggio nell’universo; dalla Nouvelle France (il Canada) fino alla Luna, a bordo di una sorta di razzo. E mentre Preziosi legge alcuni passi tratti dall’opera, sullo schermo, alle sue spalle, scorrono immagini emblematiche come quella famosa del razzo che si schianta nell’occhio della Luna, tratta da “Viaggio nella Luna”, film in bianco e nero di Georges Méliès, risalente al 1902.

Nel viaggio di Cyrano Preziosi racconta aneddoti legati alla sua figura tra realtà e finzione. Recita anche alcune delle scene celebri tratta dalla pièce di Rostand: dall’autoironico apologo sul naso deformato (il tratto fisico caratteristico dell’immagine di Cyrano) al monologo d’amore con le parole sussurrate a Rossana dal bel Cristiano, ma suggerite a lui dallo stesso Cyrano segretamente innamorato della donna. A questi Preziosi alterna la lettura di alcuni passi del Don Chisciotte (opera che, a detta di Rostand, Cyrano aveva letto e in cui si rispecchiava in quanto bizzarro e alla ricerca di avventure) e l’interpretazione del soliloquio di Amleto e il suo interrogativo esistenziale del vivere (essere) o morire (non essere).

Ancora una volta ottima la prova di Preziosi, che trasmette al pubblico la sensibilità, l’ironia e la grandezza d’animo di Cyrano considerato martire del libero pensiero.

La luna, sottolinea Preziosi, torna più volte nella vita di Cyrano. È fonte di ispirazione letteraria come anche Rostand ricordava abilmente con le parole pronunciate dal personaggio Cyrano sul punto di morte. Ed è proprio un raggio di luna a portare via con sé Cyrano per sempre.

Monica Menna