Teatro

Cinecittà in pacoscenico: dal neorealismo ai cinepanettoni, al Grande Fratello


La recensione. Lo spettacolo ha inizio con la proiezione di un video in bianco e nero in cui si vede l’arrivo di Christian De Sica, in moto, al mitico Teatro 5 di Cinecittà, che è stato il regno di Federico Fellini e conserva tutt’oggi, con i suoi 3000 mq, il primato di teatro di posa più grande d’Europa. Nel filmato la guardia all’ingresso commenta: “Come si è ridotto questo. Prima veniva in auto, con l’autista, ora…in moto!“.

Christian apre la porta di ingresso ed entra…in palcoscenico, tra luci, una scala sfavillante, una grande orchestra. Comincia lo show, “Cinecittà“, diretto da Giampiero Solari, in scena al Teatro Brancaccio fino al 13 aprile 2014.

Christian De Sica ci apre, metaforicamente, i cancelli di Cinecittà dove registi e attori di fama internazionale hanno girato pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Da grande mattatore, canta e balla (affiancato dal corpo di ballo); fa provini a attori talentuosi,o sghangherati o… raccomandati (personaggi interpretati da tre formidabili spalle, Daniela Terreri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo).

Cinecittà è vista nel grande splendore del passato e nei tempi moderni… ha vissuto la storia del cinema e della tv, dai telefoni bianchi al neorealismo, dai cinepanettoni (di cui De Sica racconta con un filo di autoironia) ai reality televisivi (come gli show di Maria De Filippi ed il Grande Fratello).

La Cinecittà del padre Vittorio De Sica, di Cesare Zavattini, Fellini, Alberto Sordi,,, racconti e ricordi di vita vissuta, tra cui quello toccante delle riprese nel 1944 del film “La porta del cielo” diretto da De Sica padre. Christian racconta questo episodio di cui aveva già parlato nel suo libro autobiografico “Figlio di papà” (Mondadori 2008).

La pellicola, finanziata da ambienti cattolici, fu girata all’interno dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura durante l’occupazione nazista di Roma e uscì all’indomani della sua liberazione. Grazie a questo film. Vittorio De Sica, nell’ultima convulsa fase del conflitto bellico, con Roma occupata dai nazisti, aiutò molti ebrei e perseguitati politici (un po’ come Schindler) che figuravano come comparse del film finanziato dal Vaticano e girato in un luogo in cui vigeva l’extraterritorialità. Il film da girare con 30 attori e comparse ne contò ottocento; fu coinvolto – dice De Sica – anche mons. Montini che più avanti diverrà Papa Paolo VI.

“Cinecittà” comprende due ore intense di spettacolo, senza intervallo, che pone in evidenza le grandi doti di Christian Ded Sica, che sa essere intrattenitore e crooner (tra l’altro canta, nel bis, una particolare rilettura della canzone “New York New York”, in chiave blues), ballerino e attore (che sa far ridere ma anche commuovere con il ricordo degli ebrei salvati).

Molti i vip intervenuti a vedere lo spettacolo nelle varie serate. A quella in cui eravamo presenti c’erano in sala anche Alessandro Siani, Giorgio Panariello e Gino Landi.

Monica Menna