Teatro

Volare: emozioni sulla scia del ricordo

Gennaro Cannavacciuolo - Foto di scena

La recensione. Applausi a scena aperta per un meraviglioso Gennaro Cannavacciuolo che ha debuttato al Teatro della Cometa con l’accorato recital “Volare”, dedicato a Domenico Modugno. Lo spettacolo amarcord, che sarà in scena sino all’8 marzo, viaggia su un doppio binario orchestrato perfettamente, così da alternare momenti comici e ilari ad altri più malinconici e nostalgici.

Come ricorda lo stesso Cannavacciuolo il recital risale al 1987 ed ha visto anche l’apporto e i suggerimenti dello stesso Modugno. Cannavacciuolo non è stato un figlio d’arte ma ha avuto due genitori artistici fonte di insegnamento e ispirazione: Eduardo De Filippo e Pupella Maggio. E nella sua veracità, nel suo umorismo, nel suo pathos affiora quella Napoli più vera, colorata, calorosa e popolaresca che scorre nelle vene.

Presenti sempre sul palcoscenico i tre bravi musicisti a suonare dal vivo e ad emozionare con le loro note: Marco Bucci (al pianoforte), Andrea Tardioli (al clarinetto e sax contralto) e Claudia Della Gatta (al violoncello).

La prima parte dello spettacolo si contestualizza in un ambiente spartano, popolano, sulla scena spicca il bucato steso. E in quest’atto Cannavacciuolo canta e recita brani dialettali come “O ccafè”, “La donna riccia”, “U pisci spada”. Lo fa coinvolgendo costantemente il pubblico, scendendo in platea. Inoltre propone anche suggestivi monologhi teatrali come quello tratto dalla commedia musicale “Tommaso D’Amalfi” che Eduardo de Filippo scrisse per lo stesso Modugno.

La seconda parte della pièce è caratterizzata da un locale più elegante, risalta sul palco quel vecchio frac. Riecheggiano dunque le canzoni più celebri di Modugno: “Vecchio frac”, appunto, “Meraviglioso”, “Tu si na cosa grande”, “Resta cu mme”. L’apoteosi viene raggiunta con “Nel blu dipinto di blu”, intonato anche dal pubblico. Cannavacciuolo per qualche minuto ricopre i panni di Fred Astaire danzando in maniera strepitosa il tip tap. Molteplici e generosi bis, richiesti dagli spettatori a gran voce, hanno chiuso brillantemente lo spettacolo.

Monica Menna